Novelle by Matteo Bandello

Novelle by Matteo Bandello

autore:Matteo Bandello [Bandello, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T23:00:00+00:00


NOVELLA X

IL BANDELLO AL MAGNIFICO E VERTUOSO MESSER FRANCESCO TORRE1

Rade volte, come per esperienza veduto avete, suol avvenire che quando questi gentiluomini veneziani vengono a diporto in Terraferma tra loro di brigata2 o con le moglie ed altre donne e càpitano a Verona, il signor Cesare Fregoso3 mio padrone non gli faccia sontuosi e splendidi conviti, tanto qui in Verona quanto fuori, al mormorio de le freschissime e limpidissime fontane di Montorio4 tanto dal Boccaccio nel Filocopo celebrate5, e a Garda da cui il famoso lago di Benaco ora ha preso il nome. A Garda hanno questi signori Fregosi un gran palagio con giardini bellissimi ove sono tutti gli arbori di frutti soavissimi che questo cielo può nodrire. Quivi sono naranci6, cedri, limoni, pomigranati bellissimi, per non raccordar tante altre sorti di frutti. Vi si gode poi l’amenità del piscoso e bellissimo lago che ne l’una e l’altra sponda Pomona, Bacco e Flora7 pomposamente adornano. Ma io porto de le civette ad Atene8. Ora essendo questi dì una bella ed onorata compagnia di vaghe e bellissime donne veneziane con i mariti ed altri lor parenti ed amici venuta a Verona ed avendo loro il signor Cesare fatto apparecchiar un desinare ed una cena a Montorio, fece anco invitar molti gentiluomini veronesi, e la signora Gostanza sua moglie invitò alcune donne. Voi alora eravate a Mantova mandato dal reverendissimo vescovo di Verona Gian Matteo Giberto9 a negoziar alcuni suoi affari appo l’illustrissimo e reverendissimo signor Ercole cardinal di Mantova10. Il che al signor Cesare non mezzanamente11 dispiacque, con ciò sia cosa che molto desiderava che voi fossi a Verona per intertener così gentil e bella compagnia di donne. Fu il desinare secondo l’usanza fregosa bello e veramente luculliano, ed oltra le carni domestiche vi si mangiarono tutti quei selvaggiumi così d’augelli come di quadrupedi che la stagione comportava, mescolando variamente, secondo che convenevol pareva a messer Antonio Giovenazzo12 nostro maestro di casa, di tutte quelle maniere di pesci che quelle fontane in abbondanza fanno13, con i più delicati che produce il famoso Benaco. Dopo il desinare si fecero molti piacevoli giuochi sotto un folto e molto lungo e largo frascato fatto a posta, ove anco al suono dei piffari si ballò da chi poco curava il caldo. A l’ora poi del merigge, essendo li caldo grande e i balli cessati, si misero uomini e donne diversamente14 a ragionar insieme secondo che loro più era a grado. Io mi ritirai in una molto onorata compagnia ov’era il signor Cesare, e sentii che parlavano del Decamerone del Boccaccio e d’alcune novelle di quello, raccontando le beffe fatte da Bruno e Buffalmacco al povero Calandrino e a quel valente medico, maestro Simone da Villa15. Era quivi il gentilissimo dottor di leggi messer Lodovico Dante Aligeri16, il qual disse molte cose in commendazione del Boccaccio, nomandolo suo compatriota, perciò che esso Aligeri, come chiaro si sa, è disceso per linea maschile da uno dei figliuoli del famoso e dottissimo Dante, che in Verona rimase al servigio dei signori de la Scala.



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